lunedì 30 marzo 2009

A.A.A. Progresso cercasi… o regresso ai diritti della preistoria?


di Matteo Pasquini 

Al World Water Forum si è scoperta l'acqua calda... oltre a tutti i giochi di parole che si possono fare, la situazione ha realmente del grottesco.
E' incredibile come l'umanità non possa fare a meno di non andare d'accordo con sé stessa. La molecola più conosciuta sulla Terra H20, costantemente ricercata anche su altri pianeti è stata messa in discussione...
Fin da piccoli ci è stato insegnato che non si spreca. Personalmente, me li ricordo ancora gli schiaffoni che mi piazzavano dietro al collo i miei quando mi beccavano 
a maneggiare un palloncino o un secchiello sulla spiaggia pieno d'acqua “dolce”, presa dalla fontanella vicina. “Ma non ci pensi a quelli che muoiono di sete!” mi dicevano. Dico la verità, a quel tempo e anche con tutte quelle ramanzine alle spalle, in fondo non me ne rendevo ancora conto.
Non voglio però portare l'attenzione sullo spreco di acqua, sarebbe un
 argomento troppo complicato da affrontare per il sottoscritto. Il discorso che pongo qui è di natura diversa e più elementare: com'è
 che politici rappresentanti dei loro popoli, non riescono a riconoscere l'acqua come un diritto?
Eppure la vita è un diritto, no? Spulciando la Carta dei Diritti dell'Uomo guardate che si trova all'Articolo 25: “Ogni individuo ha il diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario, all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari”.
Forse la cosa può essere interpretata soggettivamente, ma almeno io ho fatto il il mio personale due più due e sono arrivato alla conclusione che in quel paragrafo l'acqua è citata indirettamente almeno (almeno!) per la categoria alimentazione.
Si dice...Punti di vista... Fatto sta che in data 22 marzo 2009, le Nazioni Unite forti dei loro 192 stati membri, hanno finalmente sancito che... “L'accesso all'acqua è un bisogno fondamentale dell'uomo.” Ma non mi dite... Anche se lo dicevano all'australopiteco, senza avere tutta la conoscenza che abbiamo noi oggi, quello avrebbe ribattuto: “grazie al cavolo!”.

martedì 24 marzo 2009

Le Onde del mare, instancabili viaggiatrici

di Francesca Giannetti
video di Claudia Fantechi


Il nostro pianeta è chiamato il pianeta blu, l’acqua è l’elemento che più caratterizza la nostra Gaia. 
Le terre emerse sono circondate da una massa d’acqua in continuo movimento… in continua oscillazione… un movimento continuo che a volte può sembrare quasi impercettibile ed a volte può acquistare le forme gigantesche di un’onda alta anche 15 metri. 
L’acqua del mare sembra viva e nessuno di noi è in grado di immaginarsi un mare senza onde. Ma come si formano le onde? Queste colline blu spumeggianti si formano grazie all’azione del vento che spinge sulla superficie in su e in giù le particelle di acqua. Queste oscillazioni si trasmettono alle particelle vicine e il movimento si propaga sempre più lontano è per questo che nel mare è quasi impossibile avere assenza totale di onde.
Il mare quindi è in continuo movimento, in continua voglia di vivere, non si fermano mai le sue onde, arrivano sulla costa pronte
 a ripartire verso nuove mete, vero altri mondi alla scoperta del mare, dei fondali e dei suoi abitanti. Il vento le forma, le spinge, le plasma… e a noi che le osserviamo non ci resta che guardarle scomparire all’orizzonte e salutarle sapendo che un’altra onda sta già arrivando a scoprire quella parte della costa dove noi ci troviamo ad essere attenti osservatori. Le onde non si stancano mai, possono rilassarsi un po’ e rallentare la loro corsa, ma non si fermeranno mai… saranno sempre pronte a darci il buon esempio per ripartire… o Bambarén in uno dei suoi libri scrive “Sii come le onde del mare, che pur infrangendosi contro gli scogli hanno la forza di ricominciare”. È questo quello che mi insegnano, a non fermarmi mai e a cercare di scoprire sempre qualcosa di nuovo…. 

mercoledì 18 marzo 2009

2009: anno dei cambiamenti climatici

di Valeria La Mura

Il nostro pianeta è in una profonda crisi climatica, che se non sarà superata in tempi rapidi, potrà provocare gravi danni, non solo ambientali ma anche economici e sociali. Per questo motivo il 2009 è stato battezzato l’anno dei cambiamenti climatici, esso si concluderà con una importante conferenza, che si terrà a Copenhagen dal 7 al 18 dicembre 2009 e avrà come oggetto la discussione del Protocollo di Kyoto, ossia un trattato internazionale in materia ambientale che riguarda il riscaldamento globale. E stato sottoscritto nel 1997 a Kyoto in Giappone da più di 160 paesi ed è entrato in vigore il 16 febbraio 2006. E lo strumento più efficace per combattere i cambiamenti climatici, infatti contiene l’impegno della maggior parte dei paesi industrializzati a ridurre del 5% le emissioni di gas ad effetto serra , i responsabili del riscaldamento del pianeta. Ma non solo un altro punto chiave del Protocollo è la predisposizione per gli stessi paesi di progetti di protezione di boschi, foreste, terreni agricoli, che assorbono l’anidride carbonica. Poiché la tendenza attuale è di un aumento notevole delle emissioni, la riduzione del 5% sarebbe un grande passo avanti ma comunque non sufficiente a fermare l’aumento delle temperature, che provocherà con il tempo gravi conseguenze. Aumenteranno piogge torrenziali, piene e tempeste, si verificheranno ondate di caldo e di siccità, ma in particolare si assisterà allo scioglimento del “permafrost”, ossia del perenne congelamento del terreno che a sua volta destabilizzerà i pendii delle montagne ma non solo anche la loro naturale immagine. Questi sono solo alcuni degli effetti dell’aumento della temperatura. Ma non è troppo tardi per fare qualcosa, l’intera società e ogni singolo cittadino potrà vincere questa battaglia, non solo i grandi stati che molto spesso restano inermi di fronte a tali disastri ambientali.