mercoledì 28 gennaio 2009

Il blu perfetto

di Francesca Giannetti

Cara Farfallina,
è un po’ che non ti scrivo… come ben saprai il tempo non ci lascia quasi mai intravedere il sole… e ti dirò anche se l’inverno mi piace ho nostalgia dell’estate!!! Quindi ho deciso di raccontarti un po’ dei luoghi che amo… si è parlato per ora solo di montagna… bhè io ti voglio parlare di Mare!!!
Amo la natura in tutte le sue forme ma l’elemento acqua forse è quello che mi attira di più… sarà deformazione professionale ;-) !!!
Ti voglio raccontare del mio mare… il mare che amo e che ho conosciuto fin da piccolina… il mare dell’arcipelago toscano… o come piace dire a me il mio mare!!!
Partiamo dal principio…. Un'antica leggenda narra che, quando la Venere Tirrenica nacque dalle onde del mare, si ruppe il gioiello di cui la dea era
adorna. Il diadema e le sue gemme caddero in
acqua trasformandosi nell'Elba e nelle altre isole dell'Arcipelago Toscano…

Come tu saprai cara Farfallina queste isole sono 7… spesso si dice che l’arcipelago toscano è un parco a 7 stelle… e tu sai bene che gli alberghi sono a 5 stelle quindi immaginati come può essere un Parco a 7…. Ma sicuramente tu in uno dei tuoi tanti voli sei atterrata anche lì ed hai già sorvolato l’Elba, il Giglio, Capraia, Pianosa, Montecristo, Giannutri e la Gorgona… sicuramente tu, come me, sarai rimasta affascinata dal blu perfetto delle onde… dalle scogliere… dalle agavi che si affacciano sul mare…
Ti voglio raccontare soltanto una delle tante emozioni che provo navigando in quelle acque… in barca a vela si è soliti, quando le condizioni del
mare e del vento lo permettono, fermarsi e fare il bagno a largo dove il fondale segna oltre 100 metri… fa quasi impressione tuffarsi perché non si vede ciò che sta sotto di te… pesci, delfini, tartarughe marine… e tutte le altre forme di vita che vivono queste acque… bhè se trovi il coraggio di tuffarti (e io lo trovo sempre ;-) ) .. quando entri in acqua ed apri gli occhi, sotto l’acqua naturalmente, riesci a vedere il blu più perfetto del mondo… il blu perfetto!!! Insomma cara Farfallina ho proprio nostalgia di questo blu perché il cielo è sempre carico di nubi grigie in questo periodo… ma a volte chiudo gli occhi… e penso di essere in acqua… magri fra l’Elba e il Giglio a traverso di Montecristo… e mi ritorna in mente quel blu perfetto che mi dona calma e tranquillità, come se un onda del mio mare mi cullasse!!!

Ti saluto farfallina è sempre un piacere scriverti!!!

Francesca

martedì 27 gennaio 2009

Giornata della Memoria

di Inachis
Il Giorno della Memoria è una ricorrenza istituita con la legge n. 211 del 20 luglio 2000 dal Parlamento italiano:

« La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. »

« Voi che vivete sicuri
Nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi;
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.


Primo Levi - Se questo è un uomo

Non aggiungiamo altro... un pensiero affinchè tutte le ingiustizie del mondo finiscano!!!!

lunedì 19 gennaio 2009

Un nuovo anno...

di Stefania Pinotti

Ciao a tutti, siamo a gennaio, un altro anno è passato e spero che sia cominciato bene per tutti.
Il freddo fa pensare subito con desiderio all'estate e si comincia a chiedere in giro "dove passerai le ferie?" La ovvia risposta per molti di noi e' "Al Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise!" detta anche col tono che si usa parlando con un bimbo un po' scemo ;)
Effettivamente poi suona un po' strano raccontare con entusiasmo di quando raccoglievamo la spazzatura per i sentieri o di quando restauravamo ostelli..le persone che non hanno fatto servizio di volontariato in un parco ci fissano come fossimo extraterresti e gettano occhiate nervose in giro, cercando un'ambulanza della neuro o almeno un vigile!! Ma è così!
Adesso che Inachis sta diventando famosa, ovviamente arriveranno anche volontari di altri parchi con i loro diari, ma sostanzialmente credo che il discorso che faccio io, valga anche per loro. Perché cambiano i panorami, ma l'affetto che si prova per il "proprio" parco (da notare che io abito in Liguria!!) è sempre lo stesso e per "simpatia" si prova anche per gli altri parchi.
Quindi voi futuri volontari che ci leggete, state per entrare a far parte di una ristretta cerchia di esseri superiori che ha trovato l'illuminazione!! ahahah scherzo.
Anzi, state per entrare in una grande famiglia, che vi accoglier‡ a braccia aperte e anche qui, su questo diario virtuale, non siate intimoriti: scrivete, commentate, domandate, inviate fotografie! Risvegliate i ricordi sopiti dei vecchi volontari, convincete i vostri amici ad intraprendere questa esperienza, andate e moltiplicatevi, insomma!
E non preoccupatevi, non diventerete invasati come me..lo ero già, però il pensiero che adesso non manca più un anno intero al mio ritorno al PNALM mi rende più euforica!

venerdì 16 gennaio 2009

La Felicità ha i colori dei volontari

di Cristiana

Ciao amici volontari! Vi invio qualche foto dove ci sono anche io e i miei amici volontari che hanno condiviso con me un sacco di belle avven ture e piccoli disastri!
Nella prima foto a sinistra di gruppo siamo da sx: Emanuela, io, Simonetta, Annalisa, Luisella e Rita. Dietro di noi: Francesca, Nicola, Antoine e un'altra ragazza di cui non ricordo il nome...!Ops! In mezzo a noi, disteso comodo c'è Gino!
Questa foto è risale al settembre 2005, quando si è tenuto al PNA il I° Raduno internazionale dei Volontari della Natura. La seconda foto a destra risale all'agosto del 2004 (il mio ultimo turno!!!!)
Io non ci sono in foto perchè l'ho scattata, e siamo all'ostello di Villetta quando era ancora a disposizione come foresteria per i volontari. Sono presenti: Andrea e il piccolo Riccardo Moschin, Max, Cristina e Sofia Moschin, Gino, Simonetta, Emanuela e Francesca. Dietro di loro: James, Antonio e Alessandro (nb, penso che lui abbia fatto più turni di tutti, in assoluto!!!!)
Nella terza a sinistra, Aprile 2005, siamo davanti alla stupenda scenografia della Camosciara, Io, Annalisa, Rita e Alessandra.
Nella quarta foto a destra risale all'agosto 2004 e in mezzo a noi, steso c'è Mario.
Vorrei avere il tempo di raccontarvi di loro... ma intanto ve li ho presentati velocissimamente!!!!! Purtroppo le foto degli anni precedenti non le ho in versione digitale, devo scansionarle.
L'esperienza di volontariato è grande, forte. Nasce dentro, crescendo sempre più, L'Amore per quelle montagne, per i suoi boschi, i suoi misteri, per i suoi sguardi nascosti tra le cime e i sentieri nascosti... Amare il parco, significa amarlo c osì come esso è, con i suoi pregi, con i
suoi casini, con i suoi difetti, con le sue mille e mille cose da fare ancora e ancora!
Con i suoi turisti originali e strampalati, che ancora adesso nel 2009 continuano a chiederti "dove nidificano i camosci?". Fare il volontario porta ad una nuova coscienza del mondo grande e piccolo che ci circonda e ti inonda il cuore di entusiasmo, paura, coraggio, voglia di lottare e a volte...anche di immensa tristezza. Perchè davanti alla notizia di un ennesimo orso morto, un triste senso di inutilità prende l'animo di chi quei luoghi non può viverli tutto l'anno, ma che li ama dal profondo dei suoi sogni più grandi....
E come fai a non amare chi insieme a te condivide tutto questo???

Dovessi dire quale sia il regalo più bello e più grande che il Pna mi ha donato, sono sicuramente le persone, gli amici...che nonostante i km, i casini, la nostalgia e gli imprevisti, sono sempre nel mio cuore e con i quali i contatti resistono, nonostante tutto: quando dopo tanto arriva la gioia di riabbracciarsi, è come se il tempo vissuto lontani si tramutasse in un soffio di vento primaverile, portando con sé i profumi dei nostri ricordi, donandoci in un frammento di sogno di rivivere i giorni trascorsi insieme...ed ecco perché davanti ai cari occhi luminosi dei miei amici, non sento più la pesantezza del tempo senza di loro e senza i loro sorrisi.
Ecco perchè: La felicità ha i colori dei Volontari.

Un abbraccio a tutti voi, volontari sconosciuti e conosciuti, affinché portiate sempre vive con voi le emozioni semplici e genuine di una grande amicizia, di un grande amore verde, nati tra " le ombre di un bosco e la vita reale" (lingalad).

Vostra Cristiana

martedì 13 gennaio 2009

Neve Neve Neve!

di Claudia Alessandrelli

Ciao mia cara farfallina, finalmente torno a farmi sentire… non che non ti abbia pensato in questo ultimo periodo! Ti ho seguito sempre nei tuoi viaggi… Sono da poco tornata da una gita tra i meravigliosi paesaggi innevati delle montagne che piano piano fanno sempre più parte di me! L’inverno non solo è arrivato da un po’, ma con il 2009 si è fatto sentire davvero con tanta neve e tanto freddo. I laghi e i fiumi dalle mie parti sono già belli colmi di acqua per le ultime piogge, e questo mi fa felice. Non solo paesaggi, colori, profumi.. anche amici!! Ho infatti riabbracciato con molto piacere alcuni dei miei compagni d’avventura del turno di volontariato di quest’estate, e ho conosciuto nuovi amici, che si sono “divertiti” a passare un capodanno insolito come volontari al casone! Non è mancata l’occasione di risalutare Claudio, Antonella, Giulia, Luca, Alberto e Massimo, tutti belli imbaccuccati, che avevano partecipato ad una fiaccolata molto suggestiva, dedicata ai bambini, che si è fatta la sera del 30 a Civitella Alfedena! E poi abbiamo salutato anche la mitica Celestina, mentre andava di qua e di là di su e di giù con i volontari! Questi sono solo alcuni pensieri che allego a delle foto della mia “passeggiata”.. purtroppo le parole in questo momento non bastano a raccontare le emozioni vissute ciaspolando sulla neve fresca, lasciando tracce che dopo appena un’ora erano già ricoperte dalla neve che continuava a cadere fitta.. lì dove tutto era calma e solo apparente immobilità! Al prossimo viaggio carissima Inachis! Claudia

lunedì 5 gennaio 2009

Pensieri

Inachis? Un diario dove tutti possono riporre i propri ricordi, dove tutti possono andare per rivivere il passato che ha investito le proprie vite, come ha fatto Pietro impreziosendo il proprio diario con uno sfogo di qualche anno addietro, scritto dopo che la negligenza umana ha dimostrato i propri limiti causati dalla propria ignoranza. Inachis "esiste" grazie anche a Pietro e a tutti quelli che come lui credono nella sacralità della natura e quindi in quella dell'uomo, noi non vogliamo il "Mondo" ma più semplicemente delle risposte, concrete e coerenti ma delle risposte. Buona lettura e grazie.

Salviamo il parco

di Pietro Macera

Le questioni importanti delle conoscenze ecologiche di base sono gli studi che riguardano l’ecologia delle specie e i sistemi più complessi come le comunità vegetali e animali e tutte le relazioni complesse che esistono tra gli organismi e ambiente e fra gli organismi stessi. L’obiettivo dell’ecologia è quello di far conoscere gli strumenti necessari per affrontare i problemi di natura ambientale in cui è necessaria la conoscenza di tipo ecologica e biologica. Ma non basta! Bisogna integrare queste conoscenze con altre di natura interdisciplinare. Una sola visione naturalistica non è sufficiente per fare una diagnosi di tipo ambientale…Ecco perché è importante lo studio dell’Ecologia applicata. L’ecologia applicata studia gli impatti delle attività antropiche sull’ambiente, alle varie scale della biodiversità, i rimedi, le responsabilità e come dare supporto a chi deve fare le leggi giuste in materia ambientale.
Tutti avete saputo in questi giorni dei tre orsi marsicani avvelenati con strichinina (e anche dei lupi): atto di inciviltà senza pari!!! Una specie protetta e rara, di cui sono rimasti circa 50 esemplari, che dal punto di vista genetico rappresentano un numero troppo basso per poter garantire la conservazione di una certa variabilità atta a garantire la perpetuazione a lungo termine della specie, ed offrire più opportunità di sopravvivenza alle pressioni selettive che si modificano nel tempo.

Perché tutto ciò succede? Come l’ecologia applicata affronta la questione?

Cerchiamo di andare all’origine del problema…“Immaginiamo di arrivare nel Parco d’Abruzzo: vedo persone che fanno il carbone come una volta, persone che portano il gregge al pascolo,…..vedo persone che lavorano legate alle tradizioni locali. Vedo che l’economia di questo territorio non è un’economia aggressiva, vedo un contesto rurale, di montagna. Vedo anche che la natura è abbastanza conservata perché non c’è stato abbastanza capitale per intervenire in maniera aggressiva, non c’è stata la pressione del cosiddetto “cemento armato” e dell’industria. Sostanzialmente è rimasta un’economia più povera ma vicina alla natura. Il Parco presenta valli e cime montuose splendide, che permettono bellissime escursioni tra boschi, fiumi, laghi, borghi ed aree abitate da camosci, orsi, lupi, aquile, lontre, caprioli, e centinaia di specie di uccelli. Nel parco sono state censite oltre 1.200 piante superiori che formano una variegata foresta costituita essenzialmente di roverella , cerro, abeti, carpino nero, acero nero, fruttiferi selvatici e soprattutto il faggio intervallato dal sorbo montano, dal frassino e dall'agrifoglio. Parco storico per eccellenza, esempio di protezione della natura è considerato uno dei più prestigiosi d'Europa. Questo è un pezzo di mondo meraviglioso che va salvato! Come?..... si definiscono le regole del Parco…, che pongono dei vincoli necessari, anche a quelle persone che negli anni hanno dato un contributo per la conservazione di questo ambiente. Ed è duro per la gente entrare in questa mentalità:
- “Ma come, io ho conservato e tu mi metti i vincoli?” opinione collettiva che sembra una contraddizione!
- “Io sono un pastore e porto le pecore sempre al pascolo. Nel Parco ci sono lupi e gli orsi che mangiano le mie pecore. Ed io che faccio? Li ammazzo!” pensa il pastore.
Come è possibile levare dalla mente di un pastore che ha le pecore, che il lupo che gliele mangia non deve essere ucciso e che non costituisce inoltre un pericolo per la sua persona? Come è possibile levare dalla mente di un pastore che questo animale gioca un ruolo essenziale nell’ecosistema fragile e sovrasfruttato del parco?
Lo sviluppo del parco è avvenuto senza un coinvolgimento fortissimo delle popolazioni locali; ma qualcuno può dire: “Se aspettavi il consenso di tutti non avresti fatto il parco!”. È normale dunque che il territorio ha lasciato dei forti residui di conflittualità nelle persone e che si uniscono a molte ideologie contrarie, scatenando poi delle pesanti vendette contro tutto e contro tutti….e….se poi c’è un simbolo o un totem che diventa visibile (es. l’orso o il lupo), si cerca di sparare al simbolo. Il tema della morte degli orsi e dei lupi è il risultato soprattutto di errori di tipo territoriale. Se è vero che gli orsi hanno portato benefici al turismo, è vero pure che questi non si sono diffusi in maniera uniforme! Troppo semplice, troppo comodo, addossare la responsabilità degli orsi recentemente avvelenati nel Parco Nazionale d’Abruzzo alla gente “cattiva” d’Abruzzo o ai soliti bracconieri, senza curarsi di comprendere come fatti del genere, vistosamente dolosi, non si siano mai verificati prima d’ora, senza cercare di risalire alle origini del problema, senza cercare di comprendere le motivazioni che presumibilmente sono alla fonte di questa tragedia ambientalista; senza scuse verso chi ha commesso il misfatto, ma anche senza scuse verso chi ne ha presumibilmente la responsabilità morale. Oggi l’odio è stato fomentato da altri fatti, fatti nuovi, fatti che mai in Abruzzo, Lazio e Molise si erano verificati prima a memoria d’uomo. Chi ha fatto sì che gli orsi, un tempo selvatici, stiano sempre più addomesticandosi, frequentando i paesi, e quindi i pollai e le stalle (come un tempo facevano solo le volpi!)? Chi ha fatto sì che questi orsi si siano piano piano tanto assuefatti all’uomo da far sparire in alcuni di essi la paura ed il timore che ne avevano sempre avuto? Chi ha iniziato la tanto nefasta e criticata politica dei carnai, dei meleti e “caroteti”? Non si doveva forse pensare, come altri lo hanno fatto, al rischio di queste iniziative?
L’orso ha bisogno di restare selvatico nella sua selvaggia natura, non di vetrine da dare in pasto al turismo! Non è con una mossa mediatica come quella di offrire 10.000 euro di taglia che si salverà l’Orso marsicano, ma facendo sì che l’Orso ritrovi la quiete di un tempo sulle sue montagne, controllando ed impedendo un certo turismo escursionistico oggi e da sempre favorito; facendo sì che non debba per forza andare a razzolare nei pollai o nei bidoni dell’immondizia per cercare un cibo al quale mai prima si era abituato; facendo sì che ritrovi nel suo ambiente il cibo abbondante che trovava un tempo ed al quale si era abituato da generazioni (greggi e coltivazioni); facendo sì che i danni siano pagati immediatamente e lautamente, anziché sprecare i soldi in tante inutile iniziative scientifiche e mediatiche che a nulla servono se non a soddisfare l’ego di tanti. Troppi soldi per inutile ricerche di ecologica comportamentale e pochi soldi per indennizzare i danni ed operare direttamente coltivazioni a perdere e per sostenere la pastorizia. Che le autorità frequentino di più i paesi del Parco e studino il comportamento degli abitanti locali, ne studino le esigenze e cerchino di andare incontro alle richieste di aiuti incentivanti agricoltura e pastorizia e paghino i danni nella forma di più corretta e lauta possibile, e lascino perdere le continue interminabili ricerche ecologiche che finiscono per avere l’unica finalità di riempire le biblioteche degli appassionati, spinti sempre più “sulle tracce dell’Orso”. I parchi stanno diventando una macchina che favorisce l'affare e le competenze sono sempre più estranee alla reale gestione. Se c'è un attacco mirato ai parchi una ragione deve esserci. E senza dietrologie astruse, bisogna prendere atto che nonostante l'enorme sperpero di risorse in propaganda, non si è fatto quello che più era prioritario: educare.
Cultura vuol dire conoscenza, vuol dire trasformare la conoscenza in stili di vita, vuol dire raccogliere e proseguire l'insegnamento esistente della tradizione e dargli un'anima, uno scopo.
Il parco non è una forma differita di finanziamento ai comuni, non è coltivare il giardino per valorizzare terreni. E purtroppo il parco è diventato una macchina a favore dell'affare che ha dimenticato il motivo per cui esiste.
Ma al fondo di tutto, emerge lo sfacelo organizzativo. Un Ente con 10 dozzine di lavoratori spesso male impiegati, indennizzi per i danni degli animali selvatici scarsi e tardivi, centri visita chiusi o abbandonati, Aree faunistiche in deprecabili condizioni, nessuna innovazione nelle strategie di comunicazione e coinvolgimento...E pensare che per oltre un trentennio questo Parco da tutti imitato era stato considerato un punto di ispirazione e riferimento….Bisogna riflettere.

Macera Pietro